ACNE FELINA

L'acne felina è un'infiammazione delle ghiandole sebacee del mento del gatto che provoca la formazione di comedoni (punti neri), brufoli e croste, principalmente sul mento e sulle labbra. Le cause includono una sovrapproduzione di sebo, stress, igiene inadeguata e la dieta, ma le condizioni possono evolvere in infezioni batteriche se non trattate. I trattamenti veterinari e una corretta igiene sono essenziali per gestire la condizione. 

Cos'è l'acne felina?

È un'infiammazione delle ghiandole sebacee e dei follicoli piliferi intorno al muso del gatto, simile a quella umana. 

Si manifesta con punti neri (comedoni), brufoli, papule, pustole e a volte anche croste e perdita di pelo. 
 
Cause principali

 Iperproduzione di sebo: 

Una predisposizione genetica può portare a una produzione eccessiva di sebo che ostruisce i pori. 
 
                                  Stress: 
Lo stress può influire sulla comparsa o sul peggioramento della condizione. 
 
                                 Igiene insufficiente: 
La mancata pulizia del mento del gatto può favorire la formazione dei punti neri. 
 
                                   Ciotole di plastica: 
Le ciotole in plastica possono creare attrito e accumulare batteri, contribuendo all'acne. 
 
                                   Dieta: 
Una dieta inadeguata, in particolare ricca di grassi, può contribuire alla condizione. 

 

COSA È LA CODA DA STALLONE NEL GATTO

L’Iperplasia delle Ghiandole della Coda (Coda da Stallone) è una rara condizione che colpisce i gatti.

Il termine “coda da stallone” deriva dal fatto che si credeva che questa condizione si manifestasse solo in gatti maschi interi.

 

SINTOMI DELL’IPERPLASIA DELLE GHIANDOLE DELLA CODA DEL GATTO

La Coda da Stallone nel gatto si manifesta con un’eccessiva produzione di sebo alla base della coda, dove il pelo appare untuoso, arruffato e sottile. La cute può presentarsi squamosa, scura e, in caso di infezioni cutanee associate, arrossata e con possibili lesioni.

 

TRATTAMENTO DELLA CODA DA STALLONE FELINA

Il trattamento dell’Iperplasia delle Ghiandole della Coda del gatto consiste nel tagliare il pelo della zona interessata, applicando localmente prodotti antiseborroici ed antibatterici.
Possono essere d’aiuto anche preparati anti acne.
In alcuni casi potrebbe essere necessaria una frequente spazzolatura, soprattutto se il gatto non è solito a effettuare la toelettatura autonomamente.

Nel caso i trattamenti peggiorassero le condizioni, le lesioni arrecassero fastidio al gatto o l’animale non si lasciasse trattare, è necessario contattare nuovamente il medico veterinario.

 

PREVENZIONE DELL’IPERPLASIA DELLE GHIANDOLE DELLA CODA DEL GATTO

La castrazione non previene l’insorgenza della Coda da Stallone felina, ma pare evitarne il peggioramento.

La dermatite da pulci

nel gatto è una reazione allergica alla saliva delle pulci, caratterizzata da prurito intenso, perdita di pelo, arrossamento cutaneo e croste, specialmente alla base della coda e nella zona lombo-sacrale. Per curarla, è fondamentale eliminare le pulci dall'animale e dall'ambiente con trattamenti antiparassitari, e il veterinario può prescrivere terapie per alleviare il prurito e trattare eventuali infezioni secondarie. 
 
Cause 
 

Saliva delle pulci:

 La dermatite allergica da pulci (DAP) è una reazione immunitaria esagerata del gatto alla saliva delle pulci.

Sintomi

Prurito intenso: 

Il gatto si gratta, si lecca e si morde continuamente, spesso nella zona lombo-sacrale e alla base della coda. 
Lesioni cutanee: 
Compaiono arrossamenti, papule (piccole lesioni rialzate), croste e, nei casi più gravi, escoriazioni e pus. 
Perdita di pelo: 
Il grattamento eccessivo porta alla perdita di pelo, soprattutto nelle zone colpite. 
Piccole crostine rosse sulla schiena. 
Pelle ispessita e scurita: 
In caso di dermatite cronica, la pelle può diventare più spessa, scurirsi e avere un aspetto untuoso. 
 
Diagnosi e Trattamento

 

Visita veterinaria: 

Consultare subito un veterinario per una diagnosi corretta e tempestiva. 
Eliminazione delle pulci:
  • Sull'animale: Utilizzare prodotti antiparassitari specifici per il gatto, come spot-on o collari. 
     
  • Nell'ambiente: Trattare l'ambiente (cuccia, tappeti, divani) per eliminare pulci, uova e larve, poiché il problema non è solo il gatto ma anche l'ambiente. 
     
  1. Terapia sintomatica: 
    Il veterinario può prescrivere farmaci (antistaminici o corticosteroidi) per controllare l'infiammazione e il prurito. 
     
  2. Trattamento di infezioni secondarie: 
    Se si sviluppano infezioni batteriche a causa del grattamento, il veterinario può prescrivere antibiotici. 
     
    Prevenzione 
 

Profilassi antiparassitaria continua: Effettuare trattamenti antiparassitari regolari durante tutto l'anno, non solo in estate, per prevenire l'infestazione.

 

                                         fip

La Peritonite Infettiva Felina, conosciuta anche con l’acronimo FIP (Feline Infectious Peritonitis), è una patologia che colpisce i gatti e in generale tutte le specie di origine felina. Causata da un ceppo del coronavirus felino (FCoV), è tra le più frequenti forme di infezione nei gatti, ed è spesso letale. 

 

Il coronavirus non è trasmissibile alle persone o ad altre specie di animali domestici, si trasmette da gatto a gatto tramite contatto oro-fecale, attraverso secrezioni orali, oppure, più raramente, da mamma gatta ai suoi gattini. L’infezione da coronavirus è piuttosto comune nei gatti, in quelli domestici ma in particolar modo in quelli che vivono in grandi gruppi (ad esempio nelle colonie feline). 

 

Nella maggior parte dei casi questa patologia non rappresenta un problema serio: il FCoV viene attaccato dal sistema immunitario del gatto e il virus viene così debellato, causando al nostro amico a quattro zampe solo qualche piccolo effetto collaterale, ad esempio una lieve diarrea. 

 

In alcuni casi però il virus, una volta entrato nell’organismo del gatto, subisce una mutazione che causa la FIP. Il virus si diffonde oltre che nell’intestino anche negli altri organi interni, danneggiandoli in maniera irreparabile e portando il gatto inesorabilmente alla morte.

 

Sintomi della Peritonite Infettiva Felina 

I sintomi della FIP possono variare in base alla forma di FIP contratta dal gatto, ma generalmente si possono riscontrare:

  • Forte dimagrimento e deperimento
  • Anemia
  • Febbre
  • Diarrea
  • Vomito
  • Pelo arruffato e poco lucido
  • Tosse
  • Iperlacrimazione
  • Raffreddore
  • Depressione
  • Uveite

 

La FIP si può sviluppare in due forme differenti:

  • FIP effusiva (umida)
  • FIP non effusiva (secca)

 

La FIP effusiva, detta anche FIP umida, è la forma più diffusa e più grave della malattia. Il virus compromette i vasi sanguigni al punto che parte dei fluidi che contengono fuoriesce, andando ad invadere la cavità addominale o quella toracica. Nel primo caso il gatto presenta un importante rigonfiamento dell’addome, mentre nel secondo accusa difficoltà respiratorie.

 

La FIP non effusiva, chiamata anche FIP secca, è caratterizzata dalla formazione di granulomi che, a seconda della zona in cui sono posizionati, causano sintomi differenti. Generalmente però si possono notare nel gatto febbre, perdita dell’appetito con conseguente rapido dimagrimento e diminuzione della lucentezza del pelo.

 

Sebbene tutti i gatti siano potenzialmente a rischio, quelli che hanno più probabilità di contrarre la FIP sono i gatti con il sistema immunitario più debole (ad esempio quelli con altre patologie come la FIV oppure la FELV), i gatti anziani e i cuccioli.

 

Ogni gatto che ha contratto il coronavirus felino può potenzialmente trasmetterlo ad altri, sia che si tratti di FCoV non mutato, sia che si tratti di FIP. 

 

Diagnosi e Cura della Peritonite Infettiva Felina

La FIP è una malattia difficile da diagnosticare perché non esiste un vero e proprio test che riesca a confermare la positività del gatto alla malattia. Esiste infatti solamente un esame che permette di capire se il gatto è entrato in contatto con il virus FCoV, ma questo non conferma la presenza della FIP. Al momento non è disponibile nemmeno un vaccino che permetta di evitare il contagio.

 

In caso di ipotesi di FIP, il veterinario innanzitutto visita il gatto ed esamina la sua storia clinica (età, contesto in cui vive, abitudini). Successivamente valuta gli esami da eseguire per escludere altre patologie ed eventualmente confermare la diagnosi.

 

 

 

Nei gatti, la sindrome di Waardenburg non è una patologia direttamente riconosciuta come negli esseri umani, ma le sue caratteristiche si manifestano in diverse condizioni simili, come il piebaldismo, associato a sordità e macchie bianche sul mantello e sulla pelle. Le manifestazioni feline includono la presenza di occhi blu o eterocromici (un occhio di un colore e l'altro di un altro), macchie bianche nel mantello, e una tendenza alla sordità neurosensoriale. 
 
Caratteristiche comuni nella sindrome di Waardenburg nei gatti: 

 

Anomalie della pigmentazione: 

dovute dal gene withe ( tutti i gatti dal mantello bianco e occhi azzurri)

Presenza di aree di pelle e pelo completamente bianche, spesso accompagnate da macchie pigmentate.
Oculari: 
Oltre agli occhi blu e all'eterocromia, possono essere presenti altre anomalie dell'iride. 
Sordità: 
La sordità neurosensoriale è un sintomo molto comune nei gatti colpiti da questa condizione. 
 
Razze colpite:
La sindrome di Waardenburg è stata descritta in varie razze feline e non feline
Differenze e considerazioni:

Distinzione con altre sindromi: 

È importante distinguere questa condizione da altre cause di ipopigmentazione o sordità, come la Sindrome di Chediak-Higashi o l'albinismo, che hanno meccanismi genetici e patologie differenti. 
Variabilità: 
I segni clinici della sindrome possono variare considerevolmente tra gli individui, rendendo necessaria una diagnosi accurata da parte di un veterinario. 
 
In sintesi, se il tuo gatto presenta chiazze bianche, occhi di colori diversi o è sordo, è possibile che abbia una condizione correlata alla sindrome di Waardenburg. Una valutazione veterinaria è fondamentale per una diagnosi precisa e per gestire al meglio la salute del gatto.